Recensioni · Top movies

Ma Rainey’s Black Bottom

Nel 1984 debutta a New Haven l’opera teatrale “Ma Rainey’s black bottom” del drammaturgo afroamericano August Wilson. Nel ciclo di cui quest’opera fa parte, Wilson racconta la storia degli afroamericani durante tutto il XX secolo.

Per chi, come me, non conosceva questa potentissima opera teatrale, il regista George C. Wolfe ha avuto la fortunata idea di farne un film; perché certe storie devono essere raccontante a quanta più gente possibile.

Per interpretare i personaggi principali, Wolfe ha scelto Viola Davis e Chadwick Boseman, giovanissimo attore prematuramente scomparso di recente e li ha affiancati a Glynn Turman, Colman Domingo e Michael Potts e tutti hanno offerto una performance bellissima e straziante.

La vicenda si svolge all’interno di uno studio di registrazione nella Chicago anni ’30 e segue le prove della band di questa cantante blues, Ma Rainey, tanto talentosa quando pretenziosa e sgradevole che si fa attendere dando il via a una serie di scontri, verbali e non e di racconti che hanno l’effetto di pugnalate al cuore dello spettatore.

Come molte opere teatrali anche questa segue le regole aristoteliche di unità di tempo, luogo e azione. Il Cinema, a mio parere, guadagna molto da quest’unità, poiché permette al regista di concentrarsi su ogni aspetto del film potenziandone la resa: quindi la riproduzione scenografica, trucco e costumi sono perfetti e la recitazione di tutti i personaggi, in testa la Devis e Boseman, è talmente convincente da far persino accettare come del tutto naturale quella declamazione forzata tipica del teatro.

Opera e film, poi, utilizzano i medesimi espedienti narrativi per raccontare la vicenda universale dei soprusi che gli afroamericani hanno dovuto sopportare e che spesso sopportano tutt’oggi; ogni personaggio in attesa racconta un aneddoto tratto dalla sua propria vita o da quella di conoscenti in cui ogni volta viene riferita una nuova violenza e ingiustizia. La cinepresa rimane sempre all’interno di quelle quattro mura ma con la capacità immaginativa e creativa delle parole siamo trasportati nel Mondo nudo e crudo. E che importa se queste storie particolari sono realmente accadute o no, sappiamo bene che tutto questo e molto peggio è comunque capitato nella Storia dell’Uomo.

I temi però non si esauriscono nella sfera delle sopraffazioni tra razze, ma toccano diversi argomenti come l’interessantissimo paradosso psicologico di chi si mostra forte e arrogante ma che è in realtà il più misero dei miseri; quello dei simili che si mangiano a vicenda, in una lotta senza fine tra chi sta sotto e chi sta sopra e che accade all’interno della propria stessa “tribù” dove chi raggiunge anche solo una fetta fa pagare a chi non ha manco le briciole la sua penosa condizione e apparentemente senza pietà alcuna. Perché troppo spesso una vita di violenze porta come insegnamento altra violenza e non, come ci piace pensare, la volontà di non comportarsi come il proprio aguzzino.

Due dei temi più interessanti sono forse proprio quelli che si svelano alla fine, e cioè il tema della colpa e della speranza.  Quando e perché si giudica qualcuno colpevole, quando e perché lo si giudica cattivo? Le circostanze, una delusione improvvisa e fortissima possono essere delle scusanti ad azioni criminose? E se lo sono allora ogni uomo, essendo uomo, è scusato. La Giustizia ha un compito molto grave e qui parlo del senso di giustizia che ognuno di noi ha e che è diverso per ognuno e che viene messo in discussione dal terribile atto finale di quest’opera.

Questo porta con sé la fine di ogni speranza, condanna forse peggiore della morte e beffardamente simboleggiata da una porta finalmente sfondata che mostra però un nulla assoluto.

Il film ha ottenuto 5 candidature agli Oscar 2021 (Candidatura per il miglior attore protagonista a Chadwick Boseman; Candidatura per la miglior attrice protagonista a Viola Davis; Candidatura per la migliore scenografia; Candidatura per il miglior trucco; Candidatura per i migliori costumi) e se ne sarebbe meritate molte di più.

La potenza di questo film e di ciò che racconta (ho dovuto interrompere la visione per qualche minuto dopo la scena clou perché emotivamente troppo toccante), la perfezione della sua realizzazione e la recitazione incredibile degli attori fanno di questo film uno dei migliori mai visti.

Simo

VOTO: 10

Lascia un commento